Come gli uccelli

di Wajdi Mouawad
consulente storico Natalie Zemon Davis
traduzione di Monica Capuani
del testo originale Tous des oiseaux
adattamento di Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi

con Aleksandar Cvjetković, Elio D’Alessandro, Said Esserairi, Lucrezia Forni, Irene Ivaldi, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Federico Palumeri, Rebecca Rossetti

regia di Marco Lorenzi
assistente alla regia Lorenzo De Iacovo
dramaturg Monica Capuani
scenografia e costumi Gregorio Zurla
disegno luci Umberto Camponeschi
disegno sonoro Massimiliano Bressan
vocal coach e composizioni originali Elio D'Alessanddro
esecuzione al pianoforte de La marcia del tempo  e Valzer per chi non crede nella magia  Gianluca Angelillo
video Full of Beans – Edoardo Palma & Emanuele Forte
consulente lingua ebraica Sarah Kaminski
consulente lingua tedesca Elisabeth Eberl
foto di scena Giuseppe Distefano

un progetto de Il Mulino di Amleto
spettacolo prodotto con il sostegno di A.M.A. Factory, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, TPE – Teatro Piemonte Europa 
in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi
con il sostegno di Bando ART-WAVES Produzioni 2022 e 2023 della Fondazione Compagnia di San Paolo

Lo spettacolo ha visto il Premio Ubu 2024 come miglior testo straniero.

 

Premio Ubu 2024 come miglior nuovo testo straniero,  messo in scena da Il Mulino di Amleto (compagnia già vincitrice del premio ANCT), Come gli uccelli del drammaturgo franco-libanese Wajdi Mouawad, regia di Marco Lorenzi, è un'intensa e drammatica storia d’amore sullo sfondo di conflitti storici e culturali tremendamente attuali, riflessione potente e lacerante sull’incontro e l’identità. 

Capolavoro drammaturgicodi   Mouawad, Come gli uccelli è considerato uno degli autori di teatro contemporanei più importanti del nostro tempo: tradotto in italiano da Monica Capuani dal testo originale Tous des oiseaux, è una saga familiare che si snoda per tre continenti e tre generazioni, in un labirinto di luoghi e storie, eredità dimenticate, lotte fratricide. Disperatamente giovani e innamorati, Eitan, un giovane tedesco di famiglia ebraica, e Wahida, una ragazza americana di origini arabe, si conoscono a New York. A dispetto delle loro origini, il loro amore fiorisce e cerca di resistere alla realtà storica con cui i due ragazzi devono fare i conti. Si troveranno però presto di fronte a un drammatico destino: sull’Allenby Bridge, il famoso ponte che collega, e al contempo divide, Israele e Giordania, Eitan rimane vittima di un attentato terroristico e cade in coma, durante il quale, in una dimensione sospesa, simbolica e potente, i piani temporali si andranno ad intrecciare e sovrapporre. Da luoghi diversi, i genitori e i nonni arriveranno a fare visita al ragazzo. Per tutti sarà l’occasione di guardare negli occhi la verità più nascosta, di affrontare il dolore dell’identità, il demone dell’odio, le ideologie più rigide che appartengono ai personaggi come a ognuno di noi. Il muro, quello fisico in scena e quello metaforico dei confini, è l’elemento centrale dello spettacolo, che come un’indagine emotiva sull’identità culturale, riporta alla luce conflitti ideologici, solo apparentemente dimenticati, e urgenti questioni politiche.

«Gli ultimi efferati accadimenti avvenuti in Israele e a Gaza – afferma Marco Lorenzi – ci ricordano che tutto questo è vero, vivo e dolorosamente attuale. Ma noi insistiamo a credere che grazie a capolavori come quelli di Mouawad, il Teatro sia ancora l’unico luogo dove le assurdità della Storia possono essere rappresentate, per discuterle insieme, perché pensiamo – forse utopisticamente – che non si debbano più ripetere. [...]»

Ad interpretare i numerosi personaggi, un cast internazionaledi attori (Aleksandar Cvjetković, Elio D’Alessandro, Said Esserairi, Lucrezia Forni, Irene Ivaldi, Barbara Mazzi, Raffaele Musella, Federico Palumeri, Rebecca Rossetti) ai quali è stato chiesto di immergersi in un viaggio di conoscenza e di imparare a recitare in altre lingue (italiano, ebraico, tedesco, arabo) oltre alla propria con l'aiuto di esperti linguistici e culturali.  Un’eterogeneità linguistica e culturale che riproduce quel percorso di “incontro” verso l’Altro che - per Mouawad come per Lorenzi e Il Mulino di Amleto - è una ragione di vita e di poetica.

Con questo testo teatrale, scomodo e lacerante, dal respiro narrativo emotivamente forte, si superano il tempo e lo spazio, percorrendo un’indagine emotiva sulla propria identità culturale e genetica e sulle proprie origini. Cosa sappiamo dei segreti del nostro passato, della storia delle nostre famiglie? Di quanti momenti oscuri della storia e di quali violenze siamo eredi senza saperlo? Siamo davvero il DNA che ci scorre nelle vene oppure è tutto molto più complesso? Se nasciamo nel letto del nostro nemico, come possiamo evitare che il sangue che scorre nelle nostre vene diventi una mina antiuomo? So davvero chi sono?

INCONTRO CON IL PUBBLICO - La Compagnia incontra il pubblico sabato 1° marzo alle ore 18.00 all'Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca (ingresso libero e gratuito, fino ad esaurimento posti). Il progetto di incontri con il pubblico è frutto della collaborazione tra Teatro del Giglio, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Fondazione Lucca Sviluppo e Fondazione Toscana Spettacolo onlus.

La Stagione di Prosa 2024-2025 è realizzata dal Teatro del Giglio in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo Onlus